Il contenuto del blog è stato spostato sul dominio www.ondebat.net

giovedì 28 maggio 2009

Masnada

Cinquantaquattro carte. Un bottiglia di Herradura. Un po’ di sale e limone. Nient’altro.
La prima carta è l’ otto di picche, un numero tondo, un numero alto. Buono come inizio. Poteva andare meglio ma è un buon inizio.
Ho voglia di scartare subito un’altra carta, non ho voglia di soffermarmi troppo sulle picche.
La donna di quadri. Consigliera ma potenzialmente scomoda. La sposto sulla destra come faccio sempre con le figure. D'altronde la donna di quadri non è che una ciarlona. Gli piace parlare, rivelare tutto. E subito. Io invece non ho voglia né di parlare né di pensare. E poi ho come una repulsione verso i buoni consigli. Primo perché sono buoni. Secondo perché io queste carte, stasera, voglio godermele fino in fondo.

Appoggio le dita sui ricami bianchi e rossi del retro della prossima carta. Deve essere una buona carta lo sento. Dieci di cuori! Non male, un numero alto nel mezzo della pesca.
Continuo. Quattro di cuori. Poteva andare meglio. Sono già usciti due cuori e la donna di quadri. Chi spara le sue cartucce tutte e subito poi si trova sempre in difficoltà alla resa dei conti.
Sei di quadri. Medio alta. Buona. E siamo a quattro di pesca.
Nove di cuori. Cazzo. Devo farmi un goccio. Siamo a tre cuori fuori. E siamo a cinque di pesca, altri tre e tocca al narratore. Verso un po’ di Herradura. Chiudo il pollice lo lecco furtivamente. Intanto saggio la prossima carta. Sento che la partenza sta andando peggio del previsto. Sale, ingollo, limone. Verso di nuovo. Sale, ingollo, limone. Saggio ancora le carte.
Jack di fiori. Cazzo. L’avevo detto io, stiamo cominciando male. Il Jack di fiori è un ladro, bugiardo, un viscido della peggior specie. Forse la carta più scivolosa del mazzo. Tiene sempre una mano nascosta. Pronta in qualsiasi momento, quando la situazione lo renderà più favorevole, a pugnalarti. Ed accostato a quell’oca della donna di quadri non promette niente di buono. E siamo a sei di pesca.
Cinque di picche. Un picche di pesca è comunque una cosa buona. Ma un picche mi da sempre una strana sensazione. Mi fa venire una gran voglia di fumare.
Tre di quadri. Questa è una carta buona. Ma sarebbe capitata meglio come narratore.
Due di quadri! Benissimo. Decisamente meglio di quello che mi aspettavo. Ma forse è perché siamo solo all’inizio. Devo bere un po’ per festeggiare. Appoggio il pollice aderente all’indice e col dorso prendo il sale. Sale, ingollo, limone. Comincio ad avere la mano destra tutta impiastricciata perciò me la struscio sui pantaloni all’altezza della coscia. Le carte vanno maneggiate con cura. Altrimenti possono rivelarsi decisamente cattive.
Continuo. Uno e due. Sette di cuori e la donna di cuori! La donna di cuori è tutto. E’ come una madonna con la sensualità sfacciata della maddalena. Non vedevo l’ora che arrivasse. E non voglio di certo ascoltare quella stupida impicciona della donna di quadri. Appena arrivata un’altra più bella di lei non fa altro che civettare. Calunniare. Invidiare. So benissimo da solo che potrò certamente perderla durante il gioco. Spero solo che avrò il tempo di perdermi io un po’ in lei.
La masnada a volte è così lunga.
Dieci di fiori. Narratore. Carta scura e troppo alta. Una situazione del genere mi ricorda quando da piccolo andavo al mare e c’erano quelle giornate in cui verso le quattro le cinque di pomeriggio cominciavi a non vedere già più il sole, reso opaco da qualche nuvola qua e la. Se poi tirava solo poco vento eri certo che quella sera non si sarebbe fatta nessuna passeggiata, non si sarebbe gustato nessun gelato. Quella sera avrebbe piovuto.
Prima carta di pesca: quattro di fiori. Voglio continuare, sette di picche. Buono. Sei di picche. Buono. Dieci di quadri. Buono. Voglio continuare ancora.
Saggio ancora la prossima carta. Giro e Joker. Sapevo che sarebbe arrivato il suo turno anche se speravo fosse più lontano possibile. Il Joker, uno dei due gemelli del mazzo, rappresenta la vita. La sua ineluttabilità. La legge che regola il mondo. Devi rinunciare a ciò che hai di più caro per andare avanti. Riaffiorano ricordi. Devo bere. Verso la tequila e mando giù. Verso ancora e mando giù. Ancora una volta. Giù. Copro la donna di cuori e mi fermo un attimo ad assaporare questa breve sconfitta stravaccato su questa sedia impagliata. Le braccia a penzoloni, in leva, all’indietro sul poggiaschiena all’altezza delle ascelle.
E così dopo qualche minuto copro anche il Joker. Si continua.
Due di cuori, narratore. Meglio.
Nove di quadri e asso di cuori alla pesca. E’ il primo asso stasera. Il primo si bagna. Verso ancora un bicchierino, m’impiastriccio il dorso della mano e sale, ingollo, limone. Si continua.
Jack di cuori. Bene. Mi piace quando un jack rosso fa da narratore. Specie se è quello di cuori. Il fascino del mistero. Tiro fuori una carta coperta e la metto a sinistra, perpendicolare alle altre. Spero che mi abbia nascosto qualcosa di brutto.
Nove di picche. Cattivo presagio ma subito continuo di pesca.
Quattro di quadri.
Re di picche. Cazzo perdo l’asso. Va bene continuiamo.
Re di cuori. Mannaggia proprio ora! Fossi arrivato un attimo prima le cose sarebbero andate meglio. Ora è inutilizzabile. Lo copro.
Due di fiori. Cinque di cuori. Jack di picche. Questa non ci voleva. Sono leggermente stanco e sono a metà mazzo. Ho perso la donna di cuori. Sta per arrivare quella di picche. Ho voglia di lasciar perdere. Devo accendermi una sigaretta. Lascio il mazzo sul tavolo, prendo dal taschino il pacchetto. Do un piccolo colpo sul fondo e delle tre teste arancioni che escono prendo la sigaretta centrale la metto tra le labbra e con un fiammifero accendo. Aspiro. Espiro. Guardo il mazzo. Verso un goccio. Sale, ingollo, limone. Aspiro. Espiro. Devo continuare.
Riprendo il mazzo e velocemente scopro.
Re di fiori. Almeno lui non farà danni questa sera.
Cinque di quadri.
Re di quadri. Finisce questa pesca e finiscono anche i re.
Scarto l’asso di fiori.
Sette di quadri. Narratore. Ancora un numero alto.
Quattro di picche. Sei di fiori. Nove di fiori. Tre carte nere non sono un bel presagio. Sento già la donna di quadri che urla il suo monito. Il Jack di fiori se la ride. Gli altri due fanti sono intenti ad evitare di guardarsi a vicenda. Scopro.
Otto di quadri. Otto di fiori. Donna di picche. La bellezza delle carte è che non mentono a chi le sa ascoltare. Il trucco è lasciarsi trasportare. Non sei tu a poter decidere. Non sei tu a narrare la storia. Sono loro. Tu sei li a pescare qualche asso. Ad ammirare estasiato la donna di cuori. A rimanere inebetito di fronte alla donna di picche. Così bella, così forte e così crudele. Verso ancora un po’ di Herradura. L’ultimo goccio. È finita.
Sale, ingollo, limone e scopro.
Asso di picche. Il gran mogol. Lo metto a sinistra, non può essere scartato. Ad osservare dall’alto. Mi ha sempre portato fortuna l’asso di picche quindi accarezzo dolcemente la prossima carta e scopro.
Jack di quadri. Narratore. Perfetto, di nuovo mistero. Stasera sono fortunato. Scarto una carta coperta e ristabilisco l’equilibrio perso con la donna di picche.
Sono pronto al gran finale.
Tre di cuori narratore. Otto di cuori, dieci di picche e sei di cuori. Continuo.
Cinque di fiori. Narratore. Non avrei potuto aspettarmi nulla di diverso da questa serata. Mancano esattamente cinque carte e ho la possibilità di pescare. Fino alla fine. Le carte mi hanno guidato fino a qui. E io sto giocando con loro. E loro stanno giocando con me. Non ho paura di ciò che mi aspetta.
Mi sistemo meglio sulla sedia. Appoggio delicatamente i polpastrelli sulla carta.
Pesco.
Sette di fiori.
Accendo freneticamente un’altra sigaretta. Aspiro. Espiro.
Pesco.
Tre di picche.
Aspiro. Espiro.
Pesco.
Due di picche.
Ed ecco, so cosa mi aspetta. Mi appoggio alla sedia. Sconfitto.
Pesco.
Donna di fiori.
Mi sento stanco.
Pesco.
Joker.
Rappresenta la vita. La sua ineluttabilità. La legge che regola il mondo. Devi rinunciare a ciò che hai di più caro per andare avanti.
Copro il mazzo.
Non ho più carte.
Mi resta la mia vita.
A cosa rinuncerò?


Molignì

4 commenti:

  1. Riguardo a questa storia posso solo dire che l'ordine in cui sono uscite le carte non è affatto inventato o manipolato. Io mi sono solo limitato a scrivere.

    RispondiElimina
  2. è bellissimo leggere quello che crivi.

    RispondiElimina