Fra folle di genti nodose marcianti,
La vista pesante mi cade nel nero
Ch’è tiepido vuoto, ch’è solo respiro.
Si spengono in fumo il chiasso e i lamenti,
Nuotando fra mille pianeti dormienti,
Un aroma femmineo colora il mio siero,
Sorrido di pace, felice, sincero,
E scordo gli affanni e i tristi momenti.
Ma timido un sole s’affaccia al mio viso
Squarciando man mano quel morbido nero
E come frustato mi sveglio in un lampo,
Il corpo riprende solerte il suo tempo
E la mente ritorna al banale pensiero
Che aveva distratta lasciato in sospeso.
Molignì
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